Pensieri sparsi

Sono appena tornata da Londra (appena = una settimana) e come sempre dopo un viaggio torno carica degli stessi pensieri:

  1. Avrò mai qualcuno che mi aspetta all’aeroporto con un cartello con scritto il mio nome?
  2. Capita solo a me che quando ordino un piatto (spesso a caso, conoscendo solo la metà degli ingredienti) poi mi arriva sempre qualcosa di totalmente diverso da quello che mi ero immaginata? Colore, forma, sapore… Tutto completamente diverso?
  3. Perché i soldi si volatilizzano anche se non compri niente?
  4. Perché mi bastano poche ore per sentirmi a casa anche lontano da casa?
  5. Perché i camerieri mi sembrano sempre contenti e soddisfatti mentre quando io lavoravo al bar ero più stressata di quanto lo sono adesso?
  6. Perché il gin tonic ha sempre un sapore diverso?
  7. Succede solo a me che una volta tornata a casa i vestiti odorano del luogo in cui sono stata?

Comunque la depressione post viaggio esiste e gira che ti rigira l’unico modo per farla passare è prenotare al più presto un altro volo. C’è poco da fare.

Per quanto mi riguarda temo che il prossimo sarà impegnativo. Very impegnativo.

Buonanotte e a presto (ora che ho la app sul cel non mi ferma più nessuno!)

PS: per ogni eventuale errore incolpate il correttore automatico.

Murphy, amico mio

«Se qualcosa può andar male, andrà male.»
o meglio
«La probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro verso il basso su un tappeto nuovo è proporzionale al valore di quel tappeto.»

Che tradotto in termini miei vuol dire: se passi una giornata senza pensieri a girovagare per il meraviglioso Mercato Metropolitano a Milano (da vedere, e soprattutto, cibo cibo cibo da assaggiare!) e addirittura a vagare senza fretta in una libreria che ti accoglie con il nuovo disco dei Mumford in sottofondo, è ovvio che le successive ventiquattro ore debbano essere da pane imburrato su tappeto persiano.

Come quando l’allarme ti sveglia alle tre di notte, ma stavolta vedi che la finestra è aperta e mancano una borsa e vari soprammobili e, nonostante il cervello mezzo assonnato, capisci che qualcuno ha violato casa tua. Che non è tanto per gli oggetti scomparsi, ma è proprio la sensazione di vulnerabilità che ne consegue, sapere che quel qualcuno che è entrato in casa tua potrebbe essere ancora nei dintorni, a qualche metro da te. E che ci potrebbe riprovare.

Ne consegue ovviamente che di riaddormentarsi non se ne parla, non fosse che al mattino hai una riunione fondamentale e devi essere presente con la testa e reattiva. Riunione in cui ti viene comunicato un cambio di rotta lavorativo quasi totale, e tu non puoi fare altro che accettare, e pensare che per i successivi sei mesi ci sarà da stringere i denti non poco.

Rimanere poi bloccata in autostrada sotto la grandine è un dettaglio vero?

E adesso scopro anche che WordPress mi ha cambiato l’impostazione per aggiungere per gli articoli sul blog.
Va bene il furto, va bene il colloquio, va bene la grandine, ma Wordpress, questo è troppo!

~Martina

Edit: al parco una bambina mi ha appena chiamata “Signora”. Forse in cima alla lista ci metto questa.

Stavo pensando

Stavo pensando che non mi capitava da un po’ di vivere un periodo così pieno. Pieno di cose da fare (forse troppe, anche se di solito per i miei standard non sono mai abbastanza), pieno di scoperte musicali, pieno di delusione, pieno di emozioni positive, pieno di persone dalle mille sfumature. Come tutto questo possa convivere non lo so, ma è così.

Stavo pensando che ci sono state tante minuscole situazioni che mi hanno fatto sentire fortunata. Prima di tutto c’è stato il mio compleanno. C. si è presentata con una pianta arancione alla mia porta, ed è anche convinta che riuscirò a farla sopravvivere… Ah, donna illusa! La mia sorellina invece mi ha impacchettato il suo regalo in una scatola con la scritta “Happy Christmas“. I musicisti del mio gruppo mi hanno portato una crostata durante le prove. Mara mi ha consegnato il suo (meraviglioso) regalo in un sacchetto di Playboy… e ho un po’ temuto a scartarlo. Le mie amiche mi hanno invece regalato un biglietto per il concerto dei Kasabian… e impagabile è stata la faccia del buon I. che ha scoperto esattamente nel momento in cui scartavo il pacchetto che dovrà trovare un posto in macchina insieme ai suoi amici anche per me. Regalo con passaggio a scrocco.

Stavo pensando anche che ci sono così tante persone che mi mancano in questo periodo. Indubbiamente, un paio di amiche che si sono allontanate, ma mi manca anche chi era in grado di capirmi. Stavo pensando che ho risposto ad un messaggio di auguri con un “grazie”, ma che avrei scritto tutto e il contrario di tutto. Ma poi ho pensato che ha fatto la sua scelta e che le scelte altrui vanno rispettate e quindi ho scritto “grazie”. O forse l’ho scritto per codardia. O forse perché sono parecchio arrabbiata. O forse non lo so.

Stavo pensando che S., il ragazzo di un’amica che in passato faceva il talent scout musicale, mi ha detto una delle cose più belle che potesse dirmi e forse non se n’è nemmeno reso conto. Ha insistito per ascoltare qualche pezzo che ho registrato con il mio gruppo, e nel mucchio gli ho inserito anche una canzone che invece ho scritto da sola. Ascoltando proprio quella mi ha detto “Ecco dove sei, ci sei ed è tua. È il tuo mondo”.
E quindi stavo pensando quanto sia fottutamente bello che una persona che mi conosce poco sia riuscita a percepirmi in una canzone.

Stavo pensando che questa cosa dei nomi puntati si sta facendo un po’ complicata.

Stavo pensando che passare dal mio ufficio agli uffici dell’amministrazione tramite le sale buie del museo mi fa un po’ paura (anche perché non vorrei mai inciampare in qualcosa!), ma mi diverte tantissimo.

Stavo pensando che MARADOBBIAMOTIRARCIINSIEMEPERILNOSTROVIAGGIO<3, e lo stavo pensando in capslock.

Stavo pensando che sono un po’ autoreferenziale e che dubito che a qualcuno interessi quello che sto scrivendo qui.
Stavo pensando che però tirare le somme scrivendo mi aiuta a fare chiarezza. Quindi forse serve più a me che a chi sta al di là dello schermo.

Stavo pensando che in fondo mi piace percepire così tante sensazioni diverse, perché sto ricominciando a credere che sia decisamente meglio che non percepire più nulla.

*Per i Consigli musicali non richiesti, una delle canzoni che secondo S. è “molto Martina”… sì, è molto Martina.

Flow of consciousness

Sono tornata da un weekend favoloso trascorso a Sirolo con le amiche, quelle di vecchia data, quelle conosciute al liceo, quelle che ci sono sempre. Ho salito e disceso il Conero (si dice?), ho scoperto che mi piace toccare le rocce e i tronchi d’albero e che – mannaggia a me – non usavo seriamente i muscoli delle gambe da parecchio tempo. Oggi infatti avevo qualche problema di deambulazione. A breve mi scade l’impegnativa per gli esami del sangue. Devo decidermi. Devo impormelo. Devo andare in ambulatorio, devo sedermi, devo riuscire a non scoppiare in lacrime quando mi legano il laccio.
Mi piace attaccare bottone con le persone che non conosco. Tante volte mi capita di pensare ‘che bel taglio di capelli quella signora’, ‘che bel vestito quella ragazza’, ‘che bella voce’, e penso sia un grande limite della società non poterlo manifestare liberamente ai diretti interessati. Io sarei più che contenta se un/una sconosciuto/a mi facesse un complimento disinteressato. Ed è così che ieri ho conosciuto un venditore ambulante in spiaggia, che ho fatto i complimenti a una ragazza appena uscita dal lavoro, che ho conversato con un operatore telefonico (ancora). Mi piace parlare.
Non so se preferisco la voce di Alex Turner o quella di Harry McVeigh. O di Morrisey. O di Robert Smith. Non riesco a decidere. Poi ultimamente questa cosa dell’ascendente bilancia mi sta dando un sacco fastidio! Ieri non riuscivo nemmeno a scegliere quale ombrellone o quale lettino prendere e oggi ho impiegato due minuti buoni per scegliere se mangiare l’insalata o la pizza. Ha vinto l’insalata, anche se quella verde mi fa impressione perché sembra viva.
In Jumanji c’erano delle piante carnivore letali. L’insalata verde avrebbe fatto più paura.
Domanda assurda che mi è stata posta durante un colloquio di lavoro: “cosa aspetta a sposarsi?”
Per ora voglio solo visitare l’Azerbaijan.

Un anno?

Non ci credo che questo blog ha compiuto un anno!

La cosa un po’ mi esalta e un po’ mi inquieta… E’ passato un anno e quasi non me ne sono accorta.

Solo un grazie a chi c’è sempre stato e a chi ha fatto in modo che questo blog restasse aperto sempre e comunque 🙂
Marty sei stata nominata ‘the mother of the blog’ (ihihihi – risatina sarcastica)

Liebster Award

Con la tempestività e la prontezza di riflessi che ci contraddistingue, finalmente rispondiamo alla nomina di Magari tra due settimane torno (Ciao Ale, come va il trasloco londinese? I cimiteri sono belli anche in primavera?) per il Liebster Award!
Se non conoscete il blog di Alessandra, MALE, avete l’obbligo morale di recuperare!

liebsteraward

Regole del gioco: ci hanno posto dieci domande e noi ne dovremo inventare altrettante per qualche povero sventurato blog.

  • Esponici il tuo abbigliamento-tipo di quando avevi 14 anni

Marty: Se rispondo “esattamente come ora”, devo cominciare a farmi due domande? Probabilmente si. Jeans e converse for life.

Mara: 14 anni = gettata nella city dopo 3 anni di scuole medie in un paese di provincia = portavo ancora i segni della moda tamarra di periferia (anzi di paese). Preferisco non scendere nei dettagli…

  • Qual è il modo più stupido in cui ti sei fatta/o male? (Io, per esempio, graffiandomi con la crosta del pane. Very sad)

Marty: Immagino che girare l’angolo e impiantarsi con lo stomaco nel corrimano della scala sia stato piuttosto carino da vedere per mia sorella, visto che ne ride tuttora. Oppure quando correndo non ho visto la porta di vetro… Amo i classici.

Mara: sbattere contro la porta di vetro rientra anche nella mia classifica (ben due volte!)… Ma citerei la volta che inspiegabilmente ho perso l’equilibrio DA SOLA e sono caduta per terra.

  • Qual è la tua canzone preferita de Lo zecchino d’oro?

Marty: Questa la so, la so, è facile! [Momento di commozione, ricordi di infanzia che invadono la mente, vado]  “Goccia dopo goccia” (Goccia dopo goccia nasce un fiumeeeee!)

Mara: La barchetta di carta. dal 1993 (Già sognavo di navigare, torna tutto!!)

  • Hai qualche qualità eccezionale che nessuno sembra apprezzare (IDIOTI!)? Raccontaci.

Marty: Riesco a girare la lingua sottosopra. Utilissimo, no?

Mara: so scovare le parole che fanno ridere!

  • In quale principessa Disney ti identifichi maggiormente e perché (vale anche per i maschi)?

Marty: ovviamente Belle (e ci ho pure scritto un post)! Io voglio vivere di avventureeeeeee!

Mara: posso rispondere Fantaghirò anche se non è Disney? Non mi identifico con nessuna delle principesse, ma direi che la più bulla è sicuramente Ariel.

  • Hai qualche abitudine alimentare che gli altri ritengono nauseante/bizzarra e tu non capisci perché? O, al contrario, c’è qualche tua/o amica/o che ha qualche abitudine alimentare che tu ritieni nauseante/bizzarra e lei/lui non capisce perché? Apriti a noi. Salutiamo tutti insieme Corgi e le sue colazioni a base di crema spalmabile al baccalà.

Marty: La mia abilità nel passare dal cacciucco alla colomba e viceversa in dieci nanosecondi forse… O magari il mio stomaco che è un po’ come la borsa di Mary Poppins. Ciao mega hamburger russi con cipolle impanate, mi mancate.

Mara: Io non sono interessante, sono solo banalmente golosa di dolci. Ma conosco una persona – ciao Marty – che per esempio dopo aver pranzato mangia il profitterol e poi le patatine…

  • A che mese i bambini iniziano a mettere su i denti da latte?

Marty: Ehm.. Sento che Mara si sta sbracciando per poter rispondere ed è chiaramente la persona più adatta per risolvere l’interrogativo. Prego Mara.

Mara: 5/6 mesi? (Yahoo Answer tvb) – Marty non diffondere strane idee!!!

  • A che età hai imparato ad usare la lavatrice? E anche tu confondi “lavatrice” con “lavastoviglie” o sono solo io?

Marty: Ma la vera domanda è: si finisce mai di imparare veramente? Quando puoi dire di saper destreggiare l’arte del lavaggio? (Tutto ciò per dire che mi ritengo già abbastanza soddisfatta di riuscire a fare uscire i panni ancora dello stesso colore dalla lavastovig.. Ehm, lavatrice)

Mara: penso intorno ai 20 anni, e da allora la regola fondamentale è: ‘lava a 30° e tutto andrà per il meglio”!

  • Consigliaci un libro che noi siamo gente acculturata (avevo scritto giente accoltorata ma vabbè).

Continua a leggere

All the little things

Si vive per le piccole cose. Si vive per noi stessi immersi in piccole e inutili cose.

Questa è la riflessione maturata durante il corso della serata. “Ma è sabato sera!” direte voi, ma chi l’ha detto che al sabato sera si deve per forza uscire?
A volte capita che, per un motivo o per l’altro, l’idea di restare in pigiama (e goderti tutti le piccole cose che stando fuori casa dieci ore al giorno inevitabilmente ti mancano) sia molto più allettante di qualsiasi pub/club/cinema del mondo.

Stasera ho bevuto un bicchiere di vino e poi sono rientrata. Ho deciso di portare Boss a spasso fino in fondo alla via, lasciando il guinzaglio molle e assecondando ogni suo movimento. Volevo immedesimarmi in lui. Ho provato a pensare a come deve essere la vita da cane e, a parte fare pipì otto volte in cinque minuti, forse non è poi così male. Sarei curiosa di scoprire come un cane percepisce la realtà. I cani fiutano, guardano, tendono le orecchie; usano dei sensi che a volte mi dimentico di avere. Con il mio naso scelgo i profumi da Sephora, Boss con il suo sente l’odore del mondo!

Nell’ultimo anno ho rivalutato tante cose – rapporti umani, priorità della vita, obiettivi professionali, tanto per citarne tre a caso – ma soprattutto le piccole abitudini casalinghe: starsene sul divano a guardare programmi TV improponibili, mettersi a letto con il pc sulle gambe, fantasticare su quale sarà la prossima città da visitare, preparare la camomilla e berla leggendo qualche pagina di quel libro che tieni in borsa da settimane ma che non riesci a finire… Sono giunta alla consapevolezza che non abbiamo bisogno di molto per essere non dico felici ma almeno contenti, basta anche solo una tazza di caffè o una coccola dal cane. Voglio riscoprire tutto ciò che ho dimenticato, imparare a usare l’olfatto per sentire il profumo della primavera alle porte, usare il tatto per scavare e piantare i semi, la vista per guardare in modo diverso il viso di chi mi sta accanto, il gusto per assaggiare sapori mai provati, l’udito per la musica delle cose. Di tutte le piccole, inutili, meravigliose cose.

Probabilmente ho ancora il vino in circolo, ma nel mentre il sabato è finito e siamo ufficialmente nel giorno del riposo. Perciò, dandovi la buonanotte, spengo tutto e vado a letto, senza nemmeno rileggere.

Le cose che ho imparato

Lo so che avete un sacco di domande sulle misteriose ed affascinanti autrici di questo blog; chi non si è mai chiesto qual è il rapace preferito di Mara o il colore del pigiama di Martina (Oh, wait! A quello ci ha pensato Mara, impostandolo come immagine profilo su facebook. Thank you, Mara – Comunque era rosa a pois -).
Non temete, le vostre curiosità stanno per essere appagate.
Dopo quasi un anno di lavoro a stretto contatto, possiamo dire di avere a disposizione abbastanza informazioni da poterci ricattare a vicenda per il resto della vita. Visto che per ovvi motivi non possiamo rivelarvi tutto, ecco degli assaggi che vi faranno capire perché ormai non possiamo più fare a meno l’una dell’altra.

Le cose che ho imparato su Mara
(Martina)

– Vuole diventare una falconiera (ma le associazioni non rispondono alla sue mail);
– Le piace il bianco dell’uovo ma non il rosso perchè sa troppo di uovo;
– Nonostante la sua cultura musicale sia notevole, nasconde (ma non troppo) un debole per gli Hanson e per Miley Cyrus;
– Ho passato settimane a cercare di farle ascoltare gli Imagine Dragons, e ci sono riuscita solo quando le ho mostrato una foto del cantante della band;
– Ha paura dell’oroscopo di Rob Brezsny di Internazionale;
– Cra Cra;
– Ha una folle passione per il kitsch (dico solo: collana oro a forma di tigre);
– Ha un’altrettanto folle passione per i paesi dell’est e per i palazzoni;
– Ha un elenco di parole che la fanno ridere. SFINGE!
– Quando la settimana lavorativa è pesante, al venerdì comincia a parlare in bergamasco. Se comincia al martedì, abbiamo un problema;
– Sono riuscita nel giro di qualche mese a farla passare da “che schifo i gatti, meglio i cani!” ad essere la prima fan degli Space Cats;
– Se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Dove trovo un’altra persona che vorrebbe fare con me una maratona di Save the last dance, Mean Girl e Clueless? 🙂


Le cose che ho imparato su Martina
(Mara)

– E’ magra come un grissino ma mangia come un uomo: ricordo ancora la cena a base di hamburger in Russia (io: insalata, lei: hamburger contentente le schifezze più schifose), sotto la scrivania ha un cassetto pieno di TUTTO e dal quale estrae con una certa regolarità patatine, M&M’s, biscotti e molto altro (ma soprattutto ho visto con i miei occhi che dopo aver pranzato è riuscita a mangiare il profitterol come dolce e subito dopo ha aperto un pacchetto di patatine)
– Ha una fissazione strana per il mondo Disney. Non solo propone maratone di cartoni animati, ma conosce tutte (o quasi) le canzoni, ha una playlist Spotify a loro dedicata e in fondo in fondo è convinta di essere Belle (mi ha confessato che La Bestia le piace solo quando è bestia, e quando si trasforma in Principe perde tutto il suo fascino)
– Ultimamente si è appassionata alla musica country, quindi molto probabilmente si immagina di partecipare ad un rodeo con tanto di cappello da cowboy, pantaloni frangiati e stivaletti a punta.
– Ha una laurea in Lettere ma dentro di sé è un ingegnere
– Quando è agitata si fa prendere da manie di ordine compulsivo
– Possiede una parrucca rosa. La scusa ufficiale è stata Halloween 2013, ma chissà cosa nasconde…
– Si è scolata un chupito di vodka prima di un appuntamento di lavoro (“E’ il mio compleanno e così il mio inglese diventa più fluido”)
– Vorrebbe un gatto exotic (o essere un gatto exotic)
– Condividiamo la stessa passione per film adolescenziali tipo Ragazze a Beverly Hills, Mean Girl e soprattutto Save the last dance, di cui ha imparato anche il balletto
– Quando l’ho conosciuta era una dolce ragazza innocente, ora vede doppi sensi ovunque!
– CESARE.